Le incisioni rupestri di Monte Cotrozzi

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Monte Cotrozzi è una piccola altura di appena 242 metri sul livello del mare, si trova alle spalle dell’abitato di Santa Maria del Giudice lungo la Statale 12 del Brennero nel tratto che unisce Pisa e Lucca, sul versante lucchese del Monte Pisano. Su di essa incombe la mole brulla e petrosa del Moriglion di Penna, un monte che raggiunge i 543 metri e il cui profilo, caratterizzato da una doppia cima, ricorda vagamente una culla o un seno materno.

Salendo su di uno stretto sentiero sassoso, attraverso i segni di grandi e piccole cave di calcare, si attraversa un bosco di cipressi, prezioso relitto di una delle rarissime colonie originarie di questa essenza sul territorio lucchese, per poi sbucare all’aperto in un paesaggio dall’aspetto lunare. Pietre, sassi, cespugli, la mole del Penna che si innalza a sinistra del sentiero e la valle del Rio Guappero sulla destra, dove il traffico fluisce spedito sulla statale vicina ma che da lì sembra straordinariamente lontana.

In poco tempo si raggiunge il cuore dell’area archeologica: la sella montana tra il Cotrozzi e il Penna. Lì, nei millenni, si sono date il cambio popolazioni diverse per cultura, lingua, religione. L’archeologia ci narra di guerrieri dell’Età del Bronzo che riposavano tra le pietre del monte insieme alle proprie armi; di operosi Etruschi che si erano insediati in quel punto, invogliati dai traffici che dalla città di Pisa transitavano ai loro piedi diretti verso le roccaforti appenniniche per raggiungere Felsina, l’antica Bologna, e la Val Padana; di eremiti che nei primi secoli dell’era cristiana hanno abitato le spelonche e i romitori di quel versante del Monte Pisano; di un “castello” altomedievale abitato da “lambardi” a guardia della strada tra Lucca e Pisa, presenza potente e minacciosa; infine di un pullulare continuo di uomini “moderni”, che si sono spinti fin lassù per i più vari motivi, dai cavatori di calcare ai cacciatori, dai solitari pastori ai tenaci coltivatori di ulivi.

Tutto questo oggi è scritto lassù, sul calcare che affiora qua e là tra la bassa vegetazione. Una vasta necropoli occupa l’area tra i due monti; i clandestini sono arrivati ben prima degli archeologi e ciò che resta sono le cassette di pietra svuotate, alcune delimitate da muretti a secco e monoliti ricchi di incisioni. Tumuli di pietrame più o meno alti sono disseminati un po’ ovunque, dalla sella montana risalgono fin quasi alla cima del Penna, forse scarti di cava, più probabilmente antichi segnacoli di sepolture. Ma il vero tesoro di Monte Cotrozzi sono le incisioni rupestri disseminate un po’ ovunque tra la cima del piccolo monte e quella del più alto Moriglion di Penna: fori, coppelle, canaletti, figure umane e animali, cruciformi e altri segni di difficile interpretazione. E’ un vero e proprio parco archeologico e rupestre che in pochi conoscono, e che nessuno sembra voler preservare dall’incuria dell’uomo e dalla corrosione degli agenti atmosferici. Vale davvero la pena farci un salto prima che sia troppo tardi.

Perché spingersi fin lassù? Difficile rispondere. Il mistero del significato nascosto di tutte quelle incisioni è solo una piccola parte di quella forza misteriosa che ci spinge in luoghi come questo. C’è qualcos’altro di indescrivibile che si prova camminando tra quelle rocce, un qualcosa di elettrizzante e atavico che si “respira” e ci penetra fino a toccare, forse, memorie non coscienti, che oggi abbiamo irrimediabilmente perduto.

“E credi ai mostri, credi ai corpi imbestiati, ai sassi vivi, ai sorrisi divini, alle parole che annientavano?”

“Credo in ciò che ogni uomo ha sperato e patito. Se un tempo salirono su queste alture di sassi o cercarono paludi mortali sotto il cielo, fu perché ci trovavano qualcosa che noi non sappiamo. Non era il pane né il piacere né la cara salute. Queste cose si sa dove stanno. Non qui. E noi che viviamo lungo il mare o nei campi, l’altra cosa l’abbiamo perduta.”

Cesare Pavese

La misteriosa roccia dei fori.
La misteriosa roccia dei fori.
La roccia dei tuffatori.
La roccia dei tuffatori.
La pietra-stele ricoperta di fori e canaletti.
La pietra-stele ricoperta di fori e canaletti.
L'antropomorfo maschile al termine della pietra-stele.
L’antropomorfo maschile al termine della pietra-stele.
La sepoltura violata, con il monolite sul quale sono visibili molti cruciformi.
La sepoltura violata, con il monolite sul quale sono visibili molti cruciformi.
La cima di Monte Cotrozzi vista dal Moriglion di Penna.
La cima di Monte Cotrozzi vista dal Moriglion di Penna.

Una replica a “Le incisioni rupestri di Monte Cotrozzi”

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